Plusdotazione e bisogni speciali: la ricetta della scuola bilingue MILE

No alle ripetizioni, sì alla tecnologia che aiuta a cogliere le emozioni e al metodo SEM inclusivo spiega la fondatrice Adriana Sorbellini 


“Non c’è un treno in corsa che rischi di perdere”. Adriana Sorbellini lo dice sorridendo, come fosse la frase più naturale che possa pronunciare chi, come lei, per vent’anni ha diretto una scuola di cui è anche fondatrice, la MILE Bilingual School di Milano. Tocca a noi dirle quanto, invece, sia straordinaria. Straordinaria in questa fine di anno scolastico 2023 che ha visto studenti di storici licei milanesi denunciare livelli di stress e di ansia altissimi tra i banchi. Straordinaria per i tanti insegnanti che, dalle elementari alle superiori, ormai confessano impotenti ad alunni e genitori di essere costretti a infarcire di verifiche e interrogazioni trimestri e pentamestri e di dover correre per finire il programma. Straordinaria, infine, perché a suggerirci di andare con calma, di non considerare l’apprendimento come un treno in corsa che rischi di perdere, è la direttrice di un istituto con risultati degli Invalsi e degli esami Cambridge (pubblicati in chiaro sul sito della scuola!) superiori ai risultati medi di tutte le scuole della Lombardia, del Nord-Ovest e dell’Italia. 

 

No alle ripetizioni e alla didattica standardizzata, sì alla tecnologia che aiuta a cogliere le emozioni di bambini e ragazzi  

Qual è la sua ricetta per conciliare didattica di qualità e benessere emotivo degli studenti? “Per cominciare, niente ripetizioni pomeridiane a carico delle famiglie”, ci spiega nel grande campus di MILE in zona Navigli. Il suo sguardo e quello delle altre 71 scuole nel mondo che come Mile fanno parte del network ISP (International Schools Partnership) è, piuttosto, puntato sulla tecnologia e sulle esperienze immersive che il digitale può offrire come strumenti per intercettare le emozioni e il sentire quotidiano di bambini e ragazzi e per adattare e progettare di su di essi le attività didattiche ed educative. Con delle App? Con dei software dedicati? A brevissimo, ci saranno anche quelli, lascia intendere la direttrice. Ma ad oggi è soprattutto un forte impegno sull’inclusione l’ingrediente segreto del successo della MILE in cui studiano bambini e ragazzi di 30 diverse nazionalità, in cui ogni classe ha almeno 1 o 2 alunni con bisogni educativi speciali e alle cui porte bussa un numero sempre crescente di famiglie con figli “gifted” o APC (al alto potenziale cognitivo). 

 

Plusdotazione e bisogni educativi speciali: il metodo SEM sull'arricchimento scolastico inclusivo della MILE

Sul fronte alunni plusdotati da tempo MILE collabora con LabTalento, il laboratorio sulla plusdotazione dell’Università di Pavia che organizza interventi formativi per i docenti due volte l’anno. Da settembre 2022, inoltre, MILE è una scuola certificata  metodo SEM (The Schoolwide Enrichment Model), ovvero il modello di arricchimento scolastico basato sugli studi di Joseph Renzulli e Sally Reis secondo cui a tutti gli studenti devono essere offerte le risorse, le opportunità e l’incoraggiamento per sviluppare i loro talenti secondo una visione inclusiva sintetizzata con il motto l’alta marea innalza tutte le barche. “Ogni bambino può entrare alla MILE”, spiega Adriana Sorbellini, “valutiamo le esigenze del singolo e, quando serve, diamo supporto con gruppi interclasse”. Sulla lingua inglese, sull’analisi logica, sulle competenze da rinforzare. “L’obiettivo è accompagnare bambini e ragazzi all’autonomia”, ribadisce la direttrice, “concentrandoci sull’apprendimento personalizzato piuttosto che su lezioni standard frontali dando per scontato che possano e debbano funzionare per tutti”. 

 

Qualche esempio? “Le classi aperte che consentono ai bambini e ai ragazzi ad alto potenziale un’esperienza gratificante, partecipando a delle lezioni per alunni più grandi o approfondendo gli argomenti proposti ai compagni di pari età con cui è importante che si confrontino sul piano emotivo”. Nella scuola è attivo un Gruppo Inclusione formato da una psicologa, dalla dirigente e dai docenti incaricato di affrontare il tema bisogni e talenti speciali, compresi quelli degli atleti agonisti che devono conciliare lo studio con le gare e gli allenamenti. “La diversità nella nostra scuola è una realtà che respiri ogni giorno, che vivi durante la Multicultural Night, di cui fai esperienza partecipando ai campus estivi all’estero organizzati dalle altre scuole del network ISP”, aggiunge Adriana Sorbellini. “La diversità fa parte del nostro essere comunità, sia per i genitori sia per gli alunni che sono coinvolti in progetti peer to peer di aiuto e ispirazione dei più piccoli”. Perché nel grande campus MILE della Barona (e in quello che a breve sorgerà in un’altra area della città) più che un treno in corsa che rischi di perdere c’è un futuro da costruire, un talento da scoprire e da coltivare, una curiosità e una voglia di apprendere da accendere.


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Adriana Sorbellini fondatrice di MILE Bilingual School Milano
Leggi l'intervista di Adriana Sorbellini sull'inclusione alla MILE bilingual school

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